Marco Gargiulo

#43 Scoglio Vervece con Mimmo e Salvatore

Sono andato a dormire all’una di notte ma la sveglia è ugualmente programmata alle 7; nonostante ciò mi alzo in anticipo di un quarto d’ora. Vado a fare una prima colazione leggerissima per il timore del mare mosso e chiudo lo scafandro con l’obiettivo Nikon 8-15 mm. Alle 7:30 sono sullo scooter ma lungo la strada la temperatura è di 23°C, fa quasi freddo! Che bello! Arrivo alle 8 al Punta Campanella Diving e ci sono Vittoria, Fabio, Christian, Rosy e Gianluigi. Arriva dopo poco anche il prof. Roscigno con la sua bellissima Jeep Wrangler del 1991.

Alle 10 Fabio esce insieme a Concetta su Marangone con i suoi clienti snorkelisti, mentre io, Mimmo e Salvatore andiamo allo Scoglio Vervece con quattro altre persone su Berta. 

Gianluigi ormeggia alla boa sommersa e noi scendiamo in cerca della stella gorgone Astrosparthus mediterraneus avvistata da Andrea a 20 metri di profondità. Sorvoliamo a lungo il declivio ma ci sono solo tante alghe filamentose. Incontriamo tante cernie brune, l’acqua è limpida e molto fredda in profondità, ma in ogni caso non mi spingo oltre i 30 metri. 

C’è sempre la cernia gigante in prossimità della sua tana, poi vedo anche la bella musdea sotto un grosso masso. Una murena indietreggia sinuosa per allontanarsi dal mio obiettivo mentre proseguo risalendo più in superficie. 

Gianluigi è alle prese con il banco di barracuda di grandi dimensioni nella zona posteriore dello scoglio. Arrivo al masso con le margherite di mare e raggiungo Salvatore sul pianoro. Sostiamo alla Madonnina per qualche foto e poi mi allungo verso il buco con i Parazoanthus axinellae e in quella zona vedo ancora altre cinque cernie tutte insieme. 

Guardando con attenzione la parete “fiorita” mi accorgo della presenza di un vermocane che sta per fagocitare una stella marina. Risaliamo in superficie e confesso di averne piacere, avendo sentito freddo in profondità.

Il programma sarebbe quello di andare direttamente a fare la seconda immersione, ma a causa del mal di mare di uno dei sub, siamo costretti a riportarlo a terra per farlo riprendere. Rientriamo così in porto per poi uscire di nuovo.

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