Marco Gargiulo

#63 Scoglio Vervece con Punta Campanella Diving Sorrento

È passato un mese dall’ultima uscita in mare con i miei amici del Punta Campanella Diving Sorrento. Me lo ricorda il computer subacqueo che rimetto nella borsa fotografica, insieme allo scafandro Nauticam NA D-850 che ho appena assemblato. I flash sono ancora carichi dall’ultima uscita in apnea con il mio amico Mimmo, e spero che non mi facciano brutte sorprese.

La temperatura dell’aria del mattino è molto cambiata: bisogna vestirsi adeguatamente, ed è il caso di passare in garage a prendere la muta semistagna, per stare più comodi in acqua. Questa settimana ho ripreso pilates e ho iniziato anche la palestra: ho scoperto di avere dei muscoli che avevo dimenticato esistessero, e mi fanno male da paura. Ma non posso rinunciare ad andare in mare, anche perché si avvicina un periodo per me molto gradevole: quello in cui l’ora legale lascia posto a quella solare, le giornate si accorciano e diventa possibile fare qualche immersione notturna nel mio luogo del cuore, la Marina Grande di Sorrento.

Mi vesto, prendo lo scooter, passo per il garage a recuperare la muta più calda e alle otto raggiungo il Punta Campanella Diving Sorrento. Ci sono Filippo, Lisa, Fabio e Fabienne, in attesa dei clienti. Pian piano arrivano tutti: iniziamo a vestirci e poi saliamo a bordo del Marangone. La giornata è soleggiata e, al momento, non c’è vento.

Raggiungiamo lo scoglio del Vervece e ormeggiamo alla boa sommersa, prima di tuffarci in acqua. Come di consueto, anticipo il gruppo e mi avvio lungo il percorso classico che seguo intorno allo scoglio. La visibilità non è ottimale, ma vedo comunque molte cernie, tra cui anche una rossa. Sorvolo le gorgonie rosse, ma non mi fermo e vado oltre.

Mi posiziono nei pressi della parete con le gorgonie gialle e scatto qualche foto, poi proseguo il mio giro. Oggi, però, sono equipaggiato con una bombola da 12 litri, quindi ho un’autonomia ridotta rispetto al solito. Prima di raggiungere la statua della Madonna, vedo una grossa orata e subito dopo incontro Fabienne con il suo gruppo. Fabio, invece, è con i suoi clienti dall’altro lato dello scoglio e non lo incrocio.

Vado a controllare anche il “Buco Fiorito”, che apparentemente comincia a ripopolarsi, con qualche piccola chiazza di margherite di mare. Ritorno nei pressi della scala che porta al faro dello scoglio e riemergo. Dopo poco, fanno lo stesso anche tutti gli altri sub, con Lisa che ci attende e ci assiste a bordo.

Quando siamo tutti in barca, ci muoviamo verso Cala di Mitigliano, dove effettueremo la sosta snack, il cambio bombole e la successiva immersione. C’è un po’ di onda, e questo mi suggerisce di evitare di mangiare qualcosa — anche perché a bordo c’è già chi si è sentito male, e preferisco non fare la stessa fine.

Ci prepariamo così alla seconda immersione, che effettueremo sui gradoni che si trovano sulla punta della cala di Mitigliano. È un’immersione che non faccio da un po’ di tempo, speriamo che mi riservi qualche bella sorpresa!

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