Sono passate più di due settimane durante le quali non mi sono immerso. Sono stato impegnato in alcune giurie di concorsi fotografici estemporanei e quindi non è stato possibile andare in mare. Finalmente, stamattina posso aggregarmi agli amici del Punta Campanella Diving Sorrento per un’immersione nel nostro bellissimo golfo di Napoli.
Quella di ieri è stata una giornata torrida, e nemmeno in riva al mare, allo Stabilimento Bagni Salvatore, si riusciva a restare fuori dall’acqua. In serata il vento è cambiato e stamattina, quando mi sono alzato alle 6:30, soffiava un vento forte da nord. Non conosco però le condizioni del mare, ma i teli mare messi ad asciugare fuori al balcone sono in continuo movimento, agitati dal vento.
Mi sono svegliato così presto anche perché ieri mattina ho provveduto a svuotare parzialmente una piccola vasca mediterranea che tenevo nella mia stanza di lavoro. La temperatura, ahimè, si è alzata troppo, nonostante nei mesi invernali fossi riuscito a mantenere in perfetto stato l’acquario, pur senza refrigeratore, che non posso installare in questa stanza. Al suo interno c’era una piccola cernia dorata, raccolta quest’inverno durante un’immersione notturna di gennaio, che dai pochi centimetri di lunghezza è arrivata ormai a circa 8-10 cm. Il pesciolino, ormai abituato a mangiare dalle mie mani — anche se con quella frenesia tipica del cacciatore qual è — l’ho deciso di riportarlo in mare proprio dove l’avevo preso. Sono sicuro che lì troverà cibo e habitat per prosperare tranquillamente dopo la parentesi a casa Gargiulo.
Così, dopo colazione, la metto in un piccolo secchio e la porto a Marina Grande, dove poi tornerò per l’appuntamento delle nove per l’immersione. Poco dopo le 7 scendo per fare un primo viaggio e ributtare in mare le rocce raccolte tra gli scarti della pesca. Quando ritorno, passo per il garage a prendere la muta umida da 5 mm e un secchio per la piccola cernia, poi torno a casa e provvedo a sistemare lo scafandro che, in questo intervallo fuori dall’acqua, si è asciugato fin troppo!
Sono le 8:30 quando mi accingo a prelevare dall’acquario la cernia dorata e scendere a Marina Grande per l’immersione e per rilasciarla in mare. Approfitto anche per portare una copia dei due libri realizzati sugli itinerari sommersi della penisola sorrentina, che ormai sono merce rara, per rimpiazzare quelli che erano al diving e che sono ormai distrutti.
Arrivo al diving e ci sono tutti i miei amici: Peppe Pecoraro e soprattutto Edoardo Ruspantini. Ci sono anche Luca e Federica, Gianluigi, Lisa e Fabio. Con lui vado in banchina a liberare la piccola cernia. Al ritorno inizio a prepararmi. Il vento da nord soffia forte, ma oggi fa comunque un gran caldo. Usciamo alle 10 con direzione Scoglio del Vervece. C’è onda, e arriviamo sul punto con tanti spruzzi, nonostante Alessandra sia bravissima ai comandi del Marangone. Lisa assicura la barca alla boa e così scendo in acqua anch’io. Siamo diretti al Viale delle Gorgonie, quindi un giro diverso da quello solito.
Mi dirigo subito verso la statua della Madonna e inizio a scattare qualche foto nell’acqua abbastanza limpida. Aspetto l’arrivo dei miei amici, capitanati da Lisa, e ci dirigiamo verso il Viale delle Gorgonie. Durante la navigazione, subito vediamo un’aquila di mare passare davanti ai nostri occhi, poi raggiungiamo il canalone roccioso coperto dalle gorgonie e, a quel punto, torno indietro.
Mi dirigo subito verso lo scoglio con le margherite di mare, poi proseguo fino ad arrivare alla roccia con le gorgonie gialle. Ci sono tanti Anthias, e in lontananza si vedono i dentici. Passo oltre e arrivo nella zona in cui stazionano i barracuda. Mi stacco dal fondo, li raggiungo e, dopo qualche foto scattata insieme a loro, ritorno sulla parete dove ci sono alcune cernie che amoreggiano. Mi trattengo nella zona antistante, effetto un altro giro e incontro anche delle belle corvine. Poi vado a controllare il “buco fiorito”, che sembra in leggera ricrescita: un parziale recupero che spero in futuro possa ripristinare la situazione iniziale.
Dopo circa 50 minuti risaliamo in superficie, tra le onde. Edoardo aiuta Alessandra a far salire tutti i subacquei a bordo e, appena siamo tutti in barca, ci muoviamo verso il Banco di Santa Croce. Il vento continua a essere sostenuto e le onde ben formate. Durante la navigazione evito di toccare cibo per non disturbarmi, ma nel frattempo sostituisco la bombola, pronto per la successiva immersione al Banco di Santa Croce.