Marco Gargiulo

#36 Banco di Santa Croce con Punta Campanella Diving Sorrento

La navigazione dal Vervece al Banco di Santa Croce è abbastanza complessa: il vento contrario alza le onde e Alessandra è costretta continuamente a cambiare direzione per cercare di attenuarne il moto. Dopo circa un’ora di intervallo raggiungiamo finalmente il Banco, dove ormeggiamo alla boa.

Non sono prontissimo a entrare in acqua, ma mi sbrigo e cerco di entrare insieme agli altri, riuscendoci. L’acqua sembra molto limpida, ed effettivamente lo è anche in profondità. Iniziamo la discesa e vediamo subito alcune aquile di mare tra i banchi di alici che contornano gli scogli.

Iniziamo la nostra passeggiata subacquea, ma mentre Lisa e il resto del gruppo si dirigono subito verso la Secca di Terra, io faccio una puntata alla foresta di Gerardia savaglia. Ci sono tante castagnole rosa e, in lontananza, i soliti dentici. Immancabili anche le cernie, tra cui alcune rosse. Mi stacco dalla Secca Principale e raggiungo il gruppo, già arrivato sulla Secca di Terra. Resto sorpreso quando vedo un granchio facchino Dromia personata trasportare sul carapace un pezzo di gorgonia rossa invece dell’abituale spugna. IL mare riesce sempre a sorprendermi, anche dopo cinquant’anni trascorsi in immersione.

Proseguiamo insieme verso la Secca dei Cerianti — o Secca di Fuori — dove, sul cappello, staziona un gruppo di cernie con due grandi maschi che si pavoneggiano davanti alle femmine.

Torno indietro e, mentre rientro verso la Secca Principale, vedo sfilare due aquile di mare. Raggiungo la parete e trovo due grossi scorfani in due buchi vicini tra loro.

Poi proseguo il mio giro in cerca di altre cernie, con la speranza di riuscire a realizzare un selfie con una di loro. All’improvviso mentre fotografo una cernia tra le margherite di mare, vedo avvicinarsi un sub senza la muta … è Alessandra che si è tuffata solo con la bombola e si lascia scattare qualche foto vicino al “pizzo fiorito”. Sopraggiungono anche Iole Di Capua e il resto del gruppo. Proprio Iole, verso la fine dell’immersione, mi mostra un grosso esemplare posato su una roccia. Riesco a fotografare il grande pinnuto con Iole sullo sfondo e, vedendola immobile, approfitto per realizzare lo scatto che desideravo. Apparentemente, penso di esserci riuscito!

Ritorno sul cappello della secca e mi trattengo ancora un po’ a fotografare le margherite di mare e i miei amici che nel frattempo sono sopraggiunti. Poi, una volta raggiunta la cima d’ormeggio, effettuiamo la sosta di sicurezza prima di risalire.

 

Durante la sosta, ovviamente, notiamo l’arrivo di un nuovo gruppo di subacquei che si immergono, e quando raggiungiamo la superficie vediamo anche una seconda barca ormeggiata dietro la nostra. Risaliamo tutti a bordo, e questa volta la navigazione verso la base avviene con il vento a favore, per cui non ci bagniamo nuovamente.

Raggiungiamo la banchina e scarichiamo l’attrezzatura. Ritorno al diving, metto tutto a lavare, poi mi spoglio e vado a fare la doccia in attesa di Ruspantini, che nel frattempo è andato a posare la barca. Al suo rientro mi mostra una tecnica per ridurre al minimo l’ingombro del GAV. Dopo aver salutato tutta l’allegra compagnia, rientro a casa.

Sul motorino fa un caldo insopportabile, con circa 35° di temperatura. Arrivo a casa alle 15, proprio nel momento in cui sta cominciando il Gran Premio d’Austria di Formula 1. Mangio qualcosa arrangiandomi con quel che trovo in frigo e, dopo aver smontato la fotocamera dal suo scafandro, mi siedo sul divano per guardare la corsa e rilassarmi un po’.

Quando rientrerà mia moglie, sarà l’occasione per festeggiare insieme il nostro 29º anniversario di matrimonio — magari con una festicciola improvvisata da qualche parte a Sorrento. Non resta che rilassarsi un po’ prima di scaricare le foto sul computer… e poi godersi la serata.

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