Mi alzo a fatica stamattina, dopo aver fatto tardi ieri sera a cena con gli amici di sempre. Solo mentre sono con loro, a tarda sera, ricevo la conferma da Gianluigi per poter andare a fare immersione: l’appuntamento è alle otto di mattina. Non posso mancare alla convocazione e quindi mi alzo e vado a prepararmi. Proverò a portare con me, oltre allo scafandro per la Nikon D850, anche l’astuccio subacqueo per l’iPhone 16, per realizzare qualche video.
Riesco a prepararmi in tempo ed essendo in anticipo mi fermo al bar Le Sirene per prendere qualche cornetto e brioche per i miei amici, per festeggiare l’inizio delle ferie estive. Arrivo al Punta Campanella Diving Sorrento e, come al solito, c’è un gran fermento: i due gommoni sono pronti per l’uscita ed io sono sistemato a bordo di Berta, diretto a Punta Lauro e poi a Punta del Capo, con una coppia di clienti che sta effettuando un corso Open Water Diver. A bordo, ai comandi, c’è Fabien, mentre Luca porta in acqua i due allievi. Io scendo con Roberta e Gianluigi sulla punta.
Raggiungiamo la Cala di Puolo e c’è parecchia onda, causata dalle tante barche che transitano di domenica. Noi tre siamo pronti e ci tuffiamo sull’estremità della punta, mentre Luca si immerge al centro della baia per effettuare gli esercizi del corso. L’acqua, nei primi 15 metri, è calda e più torbida; sotto, invece, la visibilità è maggiore e la temperatura sensibilmente più bassa.
Gianluigi ci fa strada lungo la parete subacquea che percorriamo tenendola alla nostra sinistra, fino a raggiungerne l’estremità dove c’è una rete abbandonata e ormai ricoperta di organismi e uova di gattopardo. Tra le tante deposizioni, si nota anche un piccolo embrione muoversi all’interno della teca ovarica. Peccato che, con la pressione dei quasi 50 metri di profondità, si siano bloccati i pulsanti dello scafandro Nautismart Pro, dentro il quale c’è il mio telefonino: avrei filmato volentieri l’animale muoversi al suo interno.
Il computer inizia a segnalare qualche minuto di decompressione, così risaliamo più in superficie, proseguendo il percorso verso sinistra. Sorvoliamo una estesa prateria di Posidonia oceanica e poi raggiungiamo il pianoro roccioso. Iniziamo a spostarci di nuovo verso l’interno della baia, con adesso la parete alla nostra destra.
Siamo a circa dieci metri di profondità quando Gianluigi entra in un cunicolo della roccia che non percorrevo da oltre trent’anni. Lo seguo, anche se sporca l’acqua all’interno della cavità che ci conduce all’esterno, lungo la parete, a una profondità di circa 18 metri. Provo a memorizzare visivamente il punto per tornarci da solo, visto che ci sono alcuni scorci interessanti con delle belle aperture di luce. Gianluigi prima di risalire ci mostra una torpedine addormentata all’interno di una spacca della roccia.
Terminiamo l’immersione ancora tra le onde. Fabien viene a riprenderci, saliamo a bordo e fanno lo stesso anche gli allievi con Luca. Poi ci spostiamo verso l’interno della baia per cambiare le bombole e per uno snack. Io soprassiedo, per evitare di disturbarmi con il mal di mare, e mi preparo per l’immersione successiva che effettueremo alla Punta del Capo.