La notte in tenda trascorre tranquilla fino alle 6:30, quando sveglio il prof per andare a fare la pipì. Esce anche lui, ma invece di rientrare si stende sulla panchina di legno. Non mi avvisa, altrimenti mi sarei comodamente allungato al centro del materassino.
Alle 7 arriva Domy per caricare le bombole: mi sveglio e vado al bar a prendere la colazione. Il Gran Bar è davvero un’eccellenza: il caffè da asporto e le granite, come quelle di ieri, sono semplicemente perfetti.
Alle 8 arrivano gli altri clienti per l’immersione e facciamo un briefing sul programma. Decidiamo di tornare a Pellaro, sul relitto, rinunciando a Fiumarella. Carichiamo le auto e ci mettiamo in viaggio. Arrivati sul posto, parcheggiamo e iniziamo la vestizione.
Entriamo in acqua e scendiamo in direzione del relitto. Passiamo prima sulla piccola barchetta affondata e poi sul peschereccio. All’interno delle assi della barca noto un pesce scorpione: è grande, con il corpo scuro e le pinne pettorali bianche. Mi avvicino per scattare qualche foto, ma subito si infila sotto il motore. Provo a cercarlo di nuovo, ma senza successo. Poco distante vedo Francesco alle prese con un altro esemplare più piccolo, lo stesso che avevamo incontrato ieri. Due allora! Anche questo, però, sparisce rapidamente e, nonostante i minuti trascorsi a cercarli, non riusciamo a farli uscire dai loro nascondigli.
Risalgo un po’, perché il computer subacqueo inizia a segnalare decompressione. Noto alcune nasse da pesca e poi vado in cerca di Mimmo, che oggi ha portato due custodie: una con grandangolo e l’altra con obiettivo macro. Non avendo avuto occasione di fotografare il pesce scorpione, ha scelto la Nikon D3X con il 60 mm e si sta concentrando sui pesci pettine. Lo porto nel basso fondale e gli mostro alcuni microscopici giovanili: donzella pavonina, donzella comune, pesce pettine e perfino qualche piccolo pesce pappagallo. Il prof si dedica a loro con grande attenzione; dopo un po’ lo saluto e risalgo in superficie.
I nostri amici sono già tutti svestiti. Faccio lo stesso: lavo accuratamente la mia attrezzatura sul posto e poi mi godo anche una bella doccia calda. Mimmo arriva poco dopo, più tardi di tutti, ma soddisfatto per i suoi scatti.
Carichiamo l’auto e, dopo un passaggio alla Q8 per fare rifornimento in vista della partenza di domattina, torniamo al diving. Sistemiamo le attrezzature ad asciugare, mettiamo le batterie in carica e, verso mezzogiorno, restiamo soli al Ficarella Diving. Prendiamo qualcosa da mangiare e, accompagnando il tutto con una birra fresca, ci ritroviamo davanti al vero problema di giornata: sopravvivere al pomeriggio sotto un caldo africano!