Un lunedì soleggiato è sempre duro da digerire, specialmente quando anche il mare è liscio come l’olio. La settimana lavorativa prende forma e m’incammino sulla strada statale sorrentina ammirando la placida distesa blu, la mente inizia a fantasticare, ma bisogna concludere la giornata al meglio, prima di pensare di organizzarsi per un’escursione serale a mare.
Raggiungo Napoli e all’uscita dal policlinico mi incontro a pranzo con la mia giovane collega Carlotta, ma il ristorante non è scelto a caso, siamo dal mio amico Pino Bozza che in passato mi ha sempre portato fortuna sott’acqua.
Rientro a casa per seguire una riunione aziendale alle 17 e poi, al termine, mi organizzo per preparare lo scafandro, i flash e le lampade. Ho da tirare fuori dall’armadio anche il sottomuta per la stagna e passare per il garage a prendere anche tutto l’occorrente. Nel frattempo sono calate le tenebre.
Recupero tutta l’attrezzatura e scendo a Marina Grande, parcheggio proprio davanti al Punta Campanella Diving Sorrento ed inizio a montare l’attrezzatura, quando monto l’erogatore mi accorgo che la bombola che ho preso è scarica, solo 100 bar invece di 200, eppure era stata ricaricata ieri. Deve esserci un problema al rubinetto. Sono sul punto di desistere per la delusione ma mi faccio coraggio e richiudo tutto nell’auto e torno al garage. Avviso il mio amico Lello di Marescasport e vado a prendere l’altra bombola dal garage.
La monto stesso lì per assicurarmi che sia carica (ne ho comunque altre tre disponibili) e torno alla carica. Stasera “devo” andare in acqua! Così riparto e raggiungo il borgo marinaro. Questa volta trovo posto sullo scivolo di alaggio, una postazione molto comoda, peccato solo per la mancanza di una panchina dove appoggiarmi. Provvedo a sistemare tutto e con un’ora di ritardo sul programma entro in acqua. Nel frattempo però il vento è aumentato e c’è anche un po’ di onda che frange sulla banchina.
La visibilità è pessima perché c’è una leggera risacca. Non mi scoraggio e nuoto in superficie fino a raggiungere l’altezza della scogliera. Qui inizio la mia immersione notturna, la prima di questo inverno e speriamo che possa essere una serata interessante …
Seguo il pendio fangoso pieno di rifiuti, due palloni SuperSantos, bottiglie, buste, lattine, una scarpa e tanto altro. Solo ad oltre 30 metri di profondità la visibilità migliora leggermente. Percorro un lungo tratto sulla sabbia che stasera è un vero deserto. Non “gira” nulla! Solo un sarago e qualche triglia che riposa sul fondo.
Ritrovo due bambole che ho fotografato in precedenti occasioni, dopo averle fotografate le sposto di qualche metro più in su per ritrovarle più facilmente in futuro. Recupero un paio di occhialini e poi torno a ridosso della scogliera in cerca di “Pippo”.
Il mio amico stasera non si fa trovare in casa, ma nei paraggi c’è un suo coinquilino, un altro esemplare di ridotte dimensioni, che si ritrae nel sedimento appena mi avvicino con le lampade. Vedo anche un secondo pesce serpente prima di rientrare a terra dopo circa 50 minuti di una deludente immersione.
Stasera non porto a casa fotograficamente nulla di buono, ma non importa, la cosa fondamentale è aver trascorso ancora una volta un’oretta di grande relax nel mio amato mare sorrentino. Ci saranno nuove occasioni per incontri importanti ed io sarò lì pronto ad immortalarli!