Marco Gargiulo

#3 Marina Grande di Sorrento – Immersione Notturna

Il meteo è favorevole da alcuni giorni, nonostante la neve sul Vesuvio non si sia ancora disciolta. Ho provato ad interpellare i miei amici e compagni d’immersione, il prof. Roscigno e “mani d’oro” Rosario, ma entrambi non sono disponibili per accompagnarmi. Devo allora farmi coraggio e sacrificarmi al posto loro!

Termino le incombenze lavorative settimanali ed inizio lentamente la preparazione di tutto l’occorrente fotografico, lo scafandro, i flash, le lampade e mi metto in azione. Alle 18:30 accompagno mia figlia Lidia a danza, dopo il passaggio per il garage a recuperare i borsoni subacquei. Arrivo a Marina Grande e parcheggio al solito posto. Stasera non c’è nessuno sul muretto a pescare; mi affaccio allora a controllare le condizioni. Inizia ad alzarsi un pò di vento che comincia ad increspare il mare, ma è tutto sotto controllo. Il cielo nel frattempo si è andato via via annuvolando, fino a  coprire la luna che questa sera è piena. C’è ancora una volta bassa marea e sarò costretto ad un percorso più lungo sulla sabbia prima di arrivare dove non ho più piede.

Mi preparo e alle 19:15 metto la testa sott’acqua. Stasera ho deciso di effettuare un giro diverso dal solito, andrò verso il centro dello specchio d’acqua, sperando di essere più fortunato rispetto alle ultime uscite notturne. I primissimi minuti sembrano ancora una volta molto interessanti, subito una grande seppia si insabbia appena illuminata dalle mie lampade. Mi avvicino e si sposta, la seguo in acqua libera per pochissimo tempo … l’immersione è appena iniziata e non voglio perdermi il seguito … la lascio andare via e continuo la mia discesa verso i 30 metri di profondità.

Un piccolo scorfano rosso e poi un pesce serpente sono sul pendio fangoso che mi porta al relitto della barca in vetro-resina, diventato ormai un punto di riferimento per le mie immersioni. Da lontano vedo una macchia gialla … mi avvicino e mi accorgo che c’è un pezzo di stoffa che avvolge una Pinna rudis. Scatto qualche foto e poi rimuovo lo straccio giallo per liberare il bivalve, ma non lo posso portare a terra perché è voluminoso, tenerlo in mano per tutta l’immersione è impossibile, non sarei più in grado di fotografare.

Proseguo la mia passeggiata in profondità ed incontro alcune colonie isolate ella gorgonia ramificata Leptogorgia sarmentosa che si alternano alla gran quantità di rifiuti presenti sul fondo e che sono ormai ben colonizzati biologicamente. Rimuoverli forse sarebbe comunque un danno ambientale.

Un sarago addormentato si lascia avvicinare e sollevare nel palmo della mia mano, prima di schizzare via. Ci sono anche svariate triglie, ed altri pesci … finti! Ne recupero un paio e non mi accorgo che nel groviglio di nasse e reti dove si sono impigliate le esche artificiali, c’è un cavalluccio marino ben mimetizzato della cui presenza mi accorgo solo davanti al monitor dell’iMac 27″.

Stasera ci sono anche le esche “naturali” sotto scogliera. Tre sugarelli sono stati infatti calati in mare dai pescatori per insidiare seppie e calamari. Sulla via del ritorno a ridosso dei massi frangiflutti, un piccolo polpo viene sorpreso mentre cerca qualche preda tra i sassi. Anche un grande paguro coperto di anemoni Calliactis parasitica si aggira tra i ciottoli; nell’avvicinarmi sono maldestro ed urto un sasso con il paraluce dell’oblò, facendo chiudere all’istante i tentacoli dei celenterati. Nel rientrare verso terra, non mancano vecchi e nuovi rifiuti antropici. 

Alle 20:45 sono fuori dall’acqua, mi svesto soddisfatto perché anche stasera non mi sono bagnato le braccia, grazie ai nuovi polsini che finalmente funzionano come desiderato. Mi trattengo qualche minuto a parlare con gli amici del borgo che mi chiedono degli avvistamenti di cefalopodi e … Pesci San Pietro!

Accidenti, riescono a pescarli ed è forse questo il motivo per il quale quest’anno ancora non ne ho visti! Risalgo la strada che mi riporta in città e scarico tutta l’attrezzatura prima di parcheggiare l’auto sotto casa. Effettuo il doveroso lavaggio e poi mi siedo a tavola per mangiare la pizza fatta in casa da mia moglie. Una vera bontà! Alle 22 sono seduto davanti al computer a scaricare e guardare sommariamente le foto scattate. Anche stasera niente di particolarmente interessante, ma il benessere provato, mi fa andare a dormire sereno e rilassato.

 

 

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