Marco Gargiulo

Cala di Puolo con J. Cousteau

La sensazione di ritornare in acqua è stata bellissima, eppure erano passati solo una ventina di giorni dall’ultimo tuffo. Quando Antonella e Nicola mi hanno scritto per avvisarmi dell’uscita domenicale, ho subito risposto “presente” nonostante le mie condizioni fisiche non fossero ottimali, con la sinusite ancora non andata via completamente. Il meteo si è finalmente aggiustato, il vento teso è calmato ed il sole adesso riscalda piacevolmente l’aria, innalzando la temperatura esterna intorno ai 18 °C. Ho sinceramente dubitato a lungo sulla configurazione da montare sulla mia Nauticam NA-D850, 60 o 105 mm oppure wideangle con minidome … alla fine opto per quest’ultima soluzionw, con il Sigma 15 mm, i flash Ikelite DS161 ed i bracci Flex-Arm.

Parto da casa alle 8:30 e dopo poco sono già in spiaggia, aspetto l’arrivo dei miei amici cominciando a montare la fotocamera ed iniziando la vestizione. Gli amici tardano un poco sull’orario dell’appuntamento, per cui, quando arrivano, io sono già tutto bello vestito e pronto. Nicola ovviamente mi suggerisce di avviarmi in mare, ci vedremo in acqua di lì a poco. Così inizio la mia immersione in un’acqua cristallina, mi accorgo della presenza di tante meduse, spinte sotto costa dalla corrente di questi giorni ma non mi soffermo, me ne occuperò al ritorno. Sorvolo il fondo sabbioso in cerca di soggetti, ma non c’è nulla d’interessante. 

Provo una piacevole sensazione di benessere,  un ottimo feeling con la muta Santi E-Lite e con la fotocamera  in perfetto assetto, ma soprattutto pochissimo fastidio ai seni frontali a causa del raffreddore. Raggiungo la parete ed inizio a costeggiarla dirigendomi verso la punta, all’altezza di una delle piccole grotte che si aprono sulla falesia, noto l’inconfondibile sagoma di una cicala di mare, attardatasi all’esterno della cavità durante la passeggiata delle ore notturne. Mi avvicino ed inizio a scattare dopo aver sistemato tempi, diaframmi e posizione dei flash, mi spingo sempre più vicino al soggetto aspettando l’inesorabile fuga a “reazione” …. uno due tre quattro cinque ….. eccola partire con lo scatto fulmineo della coda, riesco a fotografarla ancora prima di sparire in una profonda fenditura della roccia.

Al momento la scelta del grandangolo sembra essere quella giusta. Proseguo e vado avisitare la grotta per vedere se c’è qualcosa da fotografare … bene, una colonia di Salpa maxima si trova all’imboccatura della caverna, anch’essa sospinta dalla corrente verso la parete. Nel fotografarla riesco a farla fuoriuscire all’aperto nella colonna d’acqua dove splende il sole fino in profondità.

Ok, ok, scelta azzeccata, un po’ di fortuna ci vuole sempre …. guardo il mio computer subacqueo che mi segnala 6 minuti di decompressione, risalgo a quota idonea ed effettuo la sosta di sicurezza, non resta che ritornare a terra, mentre navigo verso la spiaggia incontro i miei amici e le tantissime meduse e ctenofori galleggianti nella colonna d’acqua. Tra di esse non mi sfugge una Pelagia noctiluca che ha catturato un pezzo di busta di plastica, ahimè stiamo rovinando il nostro mare e tutto il pianeta!

Raggiungo la spiaggia e mi spoglio, aspetto il rientro dei miei amici per l’autoscatto ricordo ma subito dopo vado a casa dove, dopo aver sciacquato tutto il materiale, esco di nuovo con le mie donne per andare a fare un bel picnic in riva al mare, per godere del bellissimo sole di oggi!

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