Ieri sera sono stato con mia moglie a Marina Grande di Sorrento per vedere i fuochi d’artificio di Sant’Anna, ma non poteva mancare una visita ai miei amici del Punta Campanella Diving Sorrento, riuniti anche loro per lo stesso motivo. Lo spettacolo è stato bellissimo e l’innovazione dei droni ha reso l’evento davvero indimenticabile. Complimenti agli organizzatori!
Rientro a casa e prima dell’1:30 non riesco ad addormentarmi, eppure la sveglia è fissata alle 4:30! Preparo tutto, scendo in auto e raggiungo il punto d’incontro con il mio amico Mimmo Roscigno. Poi ci incamminiamo verso il sito prescelto da esplorare. Siamo diventati ormai troppo esigenti e non ci accontentiamo più dei luoghi già conosciuti…
Arrivati sul posto, iniziamo a vestirci. Il nostro nuovo amico Pietro, pescatore del luogo, ci accompagna a destinazione. Ho portato (erroneamente) una muta da 0,5 mm, ipotizzando acqua calda nel basso fondale del sito, ma confesso di essermene pentito quasi all’istante: nelle due ore successive di esplorazione mi sono letteralmente congelato!
Devo dire però che lo sforzo è stato ben ripagato dall’incontro quasi immediato con il famigerato granchio blu, la cui presenza ci era stata segnalata dai pescatori locali, anche se le condizioni dell’acqua erano al limite della visibilità.
Il granchio blu o granchio reale blu, o granchio nuotatore (Callinectes sapidus Rathbun, 1896) è un crostaceo decapode brachiuro della famiglia Portunidae, tipico di estuari, lagune e ambienti salmastri, ma presente anche in acque dolci e marine costiere.
È originario delle coste atlantiche del continente americano, dove rappresenta un importante prodotto della pesca, grazie alle sue carni molto apprezzate. Ha un’alimentazione onnivora poco specializzata ma altamente efficiente nella predazione di molluschi bivalvi. A livello ambientale è poco esigente e capace di adattarsi a condizioni anche molto compromesse.
Le larve planctoniche – che si sviluppano solo in acque salate – possono viaggiare per lunghe distanze in mare. Per questo motivo, il granchio blu è stato introdotto e acclimatato in diverse aree del mondo, spesso con effetti dannosi sugli ecosistemi locali e sull’industria della pesca.
Nel Mediterraneo è stato segnalato fin dagli anni ’30-’40, ma è solo a partire dal secondo decennio del 2000 che la sua diffusione, soprattutto nel settore occidentale, ha destato particolare allarme. In Italia, le prime segnalazioni ufficiali risalgono al 1949 (Marina di Grado) e al 1951 (Laguna di Venezia), seguite da altre nel porto di Genova (1965) e in Sicilia (1970). La vera colonizzazione, però, è iniziata a partire dagli anni ’90, con una diffusione rapida in tutto il bacino italiano.
Nel 2021, il granchio blu risulta presente in tutti gli ambienti idonei dei mari italiani, spingendosi fino a oltre 9 km all’interno dei fiumi.
Salutato il nostro amico pescatore, il rientro verso casa è stato piuttosto travagliato, tra il traffico e il sonno incombente. Ma una volta arrivato e disteso per riposare, ho provato una grande sensazione di felicità … una gioia ancora più profonda per aver condiviso quest’esperienza con quello che considero la mia anima gemella subacquea: il prof. Mimmo Roscigno, nato lo stesso giorno e anno di mio fratello Arturo. Praticamente… il gemello di mio fratello!