Marco Gargiulo

04 Maggio 2008 Scoglio Proteso

Domenica mattina, ore 915, appuntamento al porto di Sorrento. Giornata soleggiata, cielo limpido spazzato da un vento di grecale che muove un poco la superficie del mare. Partenza in gruppo con Ligeia, stamane governata dall’amico Gigi. Partiamo subito e ci dirigiamo verso Punta Campanella; Mariangela spiega ad alcuni subacquei la zonazione del Parco Marino di Punta Campanella e pianifica l’immersione con loro nei dettagli. La navigazione procede con il vento in poppa fino a giungere dietro il promontorio de Punta Campanella, dove siamo al riparo dal vento. Ci spostiamo leggermente verso l’interno della Baia di Jeranto per raggiungere una fenditura esterna nella parete verticale di roccia, essa prosegue fin sott’acqua con una piccola grotta a pochi metri di profondità. Da qui parte l’immersione, sfortunatamente senza documentazione iconografica …. la macchina fotografica, dimenticata durante il trasferimento al sole, a contatto con l’acqua fredda si è subito appannata, per cui non c’è stata alternativa a tenerla spenta! Scendiamo subito verso sinistra e ci dirigiamo ad una profondità di -35 m. sorvolando una grossa rete in pesca. Subito nel blu si staglia la sagoma dello Scoglio Proteso, tapezzato nella sua parte ombrosa da migliaia di spugne gialle. Volteggiano tra i rami di gorgonie gialle moltissimi piccoli Anthias, la roccia è completamente ricoperta di vita, serpule, briozoi, spugne, nudibranchi e crostacei, vien voglia di non staccarsi da tanta abbondanza di colori. Proseguiamo voltando a destra in direzione della torre e passiamo attorno ad alcuni grandi massi che sono posizionati sul pianoro tra i -25 e i -30 m. Enormi spirografi mostrano le corolle in corrente, alcuni Tordi pavone in livrea nuziale, fanno bella mostra di sè scacciando i corteggiatori delle loro femmine. Tra le pietre scorgo un raro nudibranco, l’Antiopella cristata e la mostro al gruppo, subito dopo due grandi triglie adagiate sulla sabbia all’ombra di un masso. Molti i saraghi che vediamo allontanarsi al nostro passaggio ed infine una piccola cernia che si lascia ammirare per qualche istante prima di ritornare nella sua rocciosa dimora. Ormai è tempo di risalire, alcuni di noi hanno già i brividi, coperti da pochi mm di neoprene! In barca la doccia calda ed il sole riscaldano i nostri corpi ed un thè bollente accompagnato dalle “macine del mulino bianco” completano l’accoglienza che Ligeia offre ai suoi ospiti.

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