Marco Gargiulo

01 marzo 2010 Marina Grande

L’attezzatura subacquea è pronta da settimane in attesa di uno spiraglio meteo-marino …. Oggi finalmente, un bel sole primaverile scalda la giornata, … stasera si va a mareeee!

Rientrato a casa al termine di una proficua giornata lavorativa, una rapida controllata alla fotocamera per evitare infiltrazioni d’acque e … via al garage e poi a recuperare papà che mi farà compagnia.

Il borgo della Marina Grande di Sorrento è frequentato in questo periodo solo dai pochi irriducibili pescatori locali che attendono sul molo, la “toccata” di una bella seppia o di un calamaro. Il mare è calmo, anche se residua una leggera risacca. L’acqua, freddissima e molto torbida, presenta sulla superficie migliaia di meduse Pelagia noctiluca, spinte a riva dal vento e dalle correnti dei giorni scorsi.

Mi immergo “insolitamente” subito sotto la scaletta di pietra, senza effettuare il classico tragitto in superficie per allontanarmi dalla banchina, il rischio di un’incontro ravvicinato con i temibili tentacoli, impone tale decisione. Scendo rapidamente verso i -15 m. sperando in qualche incontro fortunato.

Nel buio un riflesso argenteo colpisce la mia attenzione, è un esemplare di Pagellus acarne che, inizialmente attirato dalla mia luce, si avvicina per poi guizzare lontano nel nero della notte. Proseguo ed incontro una piccola  Alicia mirabilis, ma le condizioni dell’acqua pessime penalizzano fortemente il risultato fotografico per cui mi allontano prontamente. Su di una roccia un ormai raro Cymatium parthenopaeum e poco più avanti un Cymatium cutaceum, ancora più raro. All’interno di una enorme busta di plastica gialla che giace sul fondo, un piccolo sarago sparaglione si lascia fotografare agevolmente. Un Tordo pavone in livrea nuziale riposa adagiato ad una roccia, mentre sui ciottoli striscia velocemente un’orecchia di mare in cerca di un nascondiglio sicuro. Un granchio rosso staziona sotto una roccia ed un piccolo polpo in agguato notturno al di fuori della sua tana. Il freddo si inizia a sentire nonostante la muta stagna, così comincio a rientrare verso la base. Un paguro è prossimo al trasloco in una lucida e spaziosa conchiglia; sotto la banchina, alcuni piccoli cefali, poi un ghiozzo testone che si nasconde in una profonda fessura, in cui albergano anche una Galatea squamifera, un gambero vinaio ed una coppia di granchi “tropicali” della specie Percnon gibbesi.

Ad attendermi pazientemente in banchina, intento ad ascoltare piacevoli storie ed aneddoti marinari dagli anziani pescatori del borgo,  il mio mitico papà, in cuor suo bramoso di immergersi come nel recente passato in mia compagnia ….

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